Crisi Energetica: quello che vi è da sapere - parte IV: niente è come il gas Russo

 


Perché niente, nei prossimi anni, potrà sostituire il gas russo 

Nei capitoli precedenti abbiamo esplorato la genesi del mercato energetico (qui), come questo è andato in crisi (qui) e i suoi meccanismi di funzionamento (qui); con questi fondamentali possiamo ora affrontare le conseguenze che la crisi energetica avrà sull'Europa 

Partiamo da un dato: non vi è niente che, nei prossimi anni, possa sostituire il gas Russo. Niente

Questo perché il gas russo non solo rispondeva al fabbisogno energetico europeo, ma lo faceva ad un prezzo basso, ottimale per sostenere la crescita economica ed il consumo domestico 

Ora, anche se l'Europa riuscisse a diventare indipendente dal gas russo (e probabilmente lo diverrà, in un modo indipendente dal suo controllo, ovvero con la progressiva riduzione che la Russia continuerà a imporre sulle esportazioni di gas), il gas acquisito avrebbe un prezzo molto, molto superiore a quello del gas che, prima del conflitto Russo-Ucraino, riforniva l'Europa 

Questo perché non vi sono allo stato attuali né gasdotti che alimentano l'Europa con la quantità che proveniva dalla Russia, né alternative energetiche applicabili: l'unica via che rimane all'Europa è una riduzione del consumo di energia

Vediamo la questione nel dettaglio:

Gas non russo: il gas russo aveva due caratteristiche: arrivava tramite gasdotti e aveva un prezzo molto basso, derivante dagli accordi strategici siglati nel corso di decenni tra Europa, in primis Germania, e Russia

Il gas che adesso giunge in Europa, in sostituzione di quello russo, lo fa prevalentemente tramite nave gasoline, in forma di GNL, gas naturale liquefatto. Ora, oltre ad essere più costoso da gestire, il fatto che il GNL venga trasportato per nave lo rende un bene accessibile ad un mercato più ampio, dunque, soggetto a maggiore concorrenza

Il gas GNL acquisito dall'Europa viene in prevalenza dagli USA: l'Europa per aggiudicarselo deve quindi pagarlo più di quanto siano disposti a pagarlo nelle Americhe ed in Asia. Con tale competizione è assai improbabile che l'Europa possa spuntare un prezzo di favore

Inoltre il prezzo del gas russo era il risultato di decenni di collaborazione tra Unione Europea e Russia; qualsiasi saranno le fonti di gas del futuro, servirà del tempo per costruire relazioni, infrastrutture e convergenze politiche ed economiche che consentano di aver il gas ad un prezzo che contempli non solo un equilibrio economico, ma anche una dimensione (geo)politica

Questo non significa che l'Europa non riesca a procurarsi del gas, ve ne è molto sul pianeta; significa che non lo avrà ai prezzi ai quali era stato sinora (prima del conflitto) accessibile



L'essere trasportato per mare rende il GNL, gas naturale liquido 
(LNG l'acronimo inglese) indipendente dagli gasdotti; 
al contempo, avendo un mercato globale, i prezzi possono essere sensibilmente più alti, 
essendo oggetto ad una domanda su scala, potenzialmente, planetaria 


Gas russo: sebbene l'Europa (intesa come amministrazioni dei singoli stati e di Bruxelles) spera di poter tornare a fare affari presto con la Russia, questo scenario ha probabilità piuttosto basse di verificarsi: anche qualora il conflitto Russo-Ucraino trovasse una tregua, è improbabile che gli Stati Uniti consentano all'Europa di restaurare relazioni così forti con la Russia 

Non è neppure certo che tali relazioni si stringeranno nuovamente tra anni: la Russia potrebbe infatti divenire parte del blocco orientale guidato dalla Cina e niente garantisce sul tenore delle relazioni USA-Cina 


Improbabile che gli Stati Uniti consentano all'Europa di riallacciare
relazioni economiche con la Russia, anche in caso di tregua sul conflitto 
(ed in ogni caso non prima delle elezioni di mid-term e, probabilmente, 
presidenziali) 


Altre fonti di energia: considerando che le importazioni di carbone erano anche esse dominate dalla Russia (ed essendo l'uso di questa fonte non perseguibile, dato il percorso di transizione energetica scelto dall'Europa), rimangono nucleare e rinnovabili 

Il nucleare ha pochissime probabilità di vedersi realizzato, data l'ostilità della pubblica opinione, l'enorme quantità di investimenti richiesti e lo scetticismo delle compagnia energetiche

Una centrale nucleare, per essere redditizia, ha bisogno di un ciclo di vita che si sviluppa in decenni: in tale finestra temporale è molto probabile che il gas e le rinnovabili coprano le necessità europee, lasciano le centrali ad operare con scarsi, se non nulli, profitti 



 i grandi investimenti richiesti ed il lungo ciclo di vita
rendono il nucleare poco allettante per gli investitori; 
timori che si affiancano a quelli dei cittadini, 
spesso contrari alla costruzione di impianti 


Le rinnovabili sono invece la strada che, con tutta probabilità, l'Europa imboccherà; anche in questo caso, però, non è facilmente immaginabile un aumento esponenziale della quantità di rinnovabili installate, sia per un limite di produzione (si tenga conto che il solare è, di fatto, un monopolio di produzione cinese), sia per una probabile crescita della domanda, che ne renderà il prezzo poco concorrenziale 



Stante il quadro sopra illustrato, è quindi probabile che la risoluzione della crisi energetica:

1. Richieda del tempo e potenzialmente si sviluppi su più di un inverno

2. Venga di fatto a risolversi con un punto di incontro tra una maggiore offerta di gas ed una riduzione dei consumi, ovvero con una parziale de-industrializzazione ed aumento di povertà per l'Europa 

Non vi sono di fatto alternative al gas Russo, se non la decrescita dei consumi, con tutte le sue conseguenze sulla società europea 

Le proposte che i politici stanno avanzando possono invertire questa situazione? improbabile. Ne tratteremo nel prossimo capitolo: Illusioni Europee 

Vi ringrazio per il tempo che avete dedicato a leggermi, 

A presto, 

Ucria 




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