La terza guerra mondiale che non avrà luogo

Ovvero di come Taiwan cadrà in mano cinese senza alcun serio intervento occidentale

 

Oggi giochiamo ad un gioco nuovo, miei cari e gentili Lettori, chiamato FantaGeoPolitica. L’anno è il 2025. Xi ha un male incurabile; la notizia non è trepelata ma gli rimane poco tempo per passare alla storia come uno dei più grandi capi cinesi mai esistiti.

 

Chiede ai servizi di inscenare una serie di operazioni che aumentino la tensione Cina-Taiwan: obiettivo, dichiarare che la provincia ribelle è fuori controllo e deve quindi essere ripacificata dal Dragone. 

 

Secondo la dottrina cinese, l’attacco sarà fulmineo. Missili ed aerei distruggeranno il prima possibile le difese antieree e gli aereporti cinesi. A seguire, bombardamento con le navi. 

 

Vietato qualsiasi ingaggio con forze Nato: le perdite sono tollerabili.

 

A questo punto l’iniziativa è in mano agli USA, che i Cinesi non stanno attaccando, anche laddove provocati. Gli USA possono attaccare, ma rischiano. Possono perdere una portaerei, ad esempio. Ed a quel punto, cosa si fa? Si aumenta l’intensità del conflitto? È pensabile attaccare con armi nucleari il proprio principale partner economico. No, non lo è. 

 

Gli USA ordinano un blocco navale, ma sono lenti a spostarsi. 

 

I cinesi fanno ampio uso di truppe aviotrasportate e paracadutate. Vengono usati droni di terra ed aria con capacità di fare fuoco in autonomia (ogni soldato cinese ha installato un chip che lo rende automaticamente un non bersaglio)

 

Pesantissima guerra elettronica. Troncate le dorsali dati, irrorate nubi con composti clastici metallici magnetizzati. Distrutte tutte le torri e le installazioni di telecomunicazione. 

 

In questa fase di blocco delle comunicazioni, la maggior parte degli uomini chiave deve essere catturata ed evaporata. Le strutture chiave devono essere prese e protette (stabilimenti TMSC)

 

Le navi Nato si stanno avvicinando ma la flotta cinese è spiegata per rendere complesso un blocco navale: hanno comunque ordini di non sparare

 

Viene ripristinato almeno un aereoporto. Voli continui verso dalla Cina verso Taiwan con aerei con targhe civili; pronti video che mostrino la sciagura qualora gli stati uniti abbattessero ulteriori unità aeree.

 

Dispiegamenti massicci di droni per compiti di polizia. Coprifuoco totale. Aviodroni usati per uccidere chirurgicamente tutti i ribelli. 

 

Missile ipersonici vengono fatti passare vicino alla/e portaerei in avvicinamento, per intimorirle e costringere ad avvicinarsi con rotte tempisticamente svantaggiose.


Xi dichiara l’ordine ripristinato a Taiwan, sono passati 7 giorni. Ad un eventuale avvicinamento della flotta Nato verranno lanciate nuove incursioni con missili ipersonici e messi in modalità di lancio i missili balistici intercontinentali nucleari cinesi. 

 

In cambio Xi offre al presidente americano di fare la voce grossa sui media e di annunciare un ritiro delle truppe cinesi, una volta che i feriti inseguito ai disordini occorsi saranno medicati. 

 

Sottobanco si negozia di non installare missili nucleari su Taiwan, un fasullo periodo di transizione, come per Hong Kong e l’accordo per nessun’altra espansione territoriale cinese, almeno in epoca Xi. 

 

Il gioco è finito. 

 

Xi vince. E si prende tutto il vasetto del miele



Vi ringrazio per avermi letto e per il tempo dedicato alle mie parole; se avete ancora voglia di leggermi potete cliccare qui


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