Sulle disparità salariali

 


Sulle cause del divario delle retribuzione tra dirigenza e 
 classe operaia-impiegatizia 


Ho letto che ha sollevato interesse il tweet (ed il relativo articolo) della Gentile Gabanelli sul tema della discrepanza di retribuzione tra top manager (in particolare amministratori delegati) ed impiegati od operai di una azienda

Nell'articolo però non si analizzano le cause 
del fenomeno, che sono assai interessanti 

il tweet della Gentile Gabanelli


La perdita di potere di acquisto della componente operaia-impiegatistica si correlano strettamente ad un fenomeno: l'ingresso della Cina nel WTO (organizzazione internazionale del commercio) e l'inizio dell'epoca dell'outsourcing 
(o produzione remotizzata) 

Da allora, statisticamente, per le aziende è stato sempre più efficiente, economico e remunerativo spostare la produzione in paesi che offrivano forza lavoro povera e non sindacalizzata e che non avevano misure di protezione sociali o ambientali

in questo contesto, il ruolo della dirigenza (o management) cambia nettamente: la produzione cede di importanza rispetto alla gestione; la finanziarizzazione diviene chiave (così come la capacità di gestire la complessità dovuta alla dimensione trans-nazionale delle aziende);

la rete di contatti assume una dimensione fondamentale, così come la capacità di essere supportati dalle amministrazione e di fare gruppo nel promuovere o bloccare legislazioni a livello nazionale ed internazionale 

Sotto questa prospettiva diviene chiaro come il contributo del 
lavoratore sia minoritario, sostituibile e, nei fatti, pressoché ininfluente, mentre i ruoli dirigenziali, in particolare del CEO e del CFO, divengono chiave; stante il bassissimo numero di persone che possono avere le caratteristiche non richieste, non per capacità ma per numero di conoscenze e possibilità di farle valere

Storicamente, ad un calo del potere negoziale dei lavoratori si è assistito ad una decrescita nelle libertà individuali e nella tutela dei diritti del singolo

Va anche rilevato che la futura statalizzazione dell'economia 
(in Europa) avrà come probabile esito la riduzione di importanza del management, che sarà di fatto un ramo operativo che dovrà rispondere ad una linea dettata dalle amministrazioni, con un conseguente calo, a tendere, delle retribuzioni (a favore invece di un incremento del potere e del denaro correlato ai funzionari di stato o manager di stato, come li si preferisca chiamarli)

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