L'insostenibile ascesa del prezzo delle benzine



Del perché il prezzo alla pompa continua a salire 
e come le politiche messe in campo dai governi Statunitensi ed Europei 
rischiano di essere inutili (e solo costose)




Il prezzo del petrolio e della benzina alla pompa, continua, giorno dopo giorno, quella che sembra una inarrestabile ascesa

Sembra (e posso sbagliare) che si sia di fronte ad una pluralità di causa che, occorse insieme, rendono la corsa del greggio un galoppo che colpisce durante quasi tutto il globo, Stati Uniti di America ed Europa in primis 

Vediamo quindi quali sono le cause prime di questo fenomeno:

a. Il conflitto Russo-Ucraino sembra avere un ruolo di rilievo nell'impennata del costo del greggio, questo è stato delineato più volte in questi ultimi giorni da una pluralità di economisti ed analisti 
Dato che il conflitto si preannuncia di lunga durata, vi è da stimare che questo elemento rimarrà a lungo presente 

b. politiche di transizione ecologica: dall'ultimo COP26 è emersa la volontà delle principali economie mondiali di costruire un sistema economico che sia, nella sostanza, privo di energia proveniente da idrocarburi

Questa visione ha scoraggiato i produttori di greggio ad investire sia in nuove trivellazioni che in impianti di raffinamento 

Un ulteriore colpo è stato dato dal rating ESG, una patente di sostenibilità che esclude i produttori e raffinatori di idrocarburi da molti fondi di investimento, riducendo la presenza di capitale presso tali aziende (sul tema del rating ESG, della sua importanza e delle distorsioni che, a detta di molti economisti, sta provocando sul mercato, torneremo a breve con un articolo dedicato) 

c. Visione del futuro dell'auto secondo l'Europa: l'aver dichiarato che entro il 2035 non verranno prodotti più veicoli a combustione di idrocarburi ha ulteriormente frenato la volontà dei produttori
e raffinatori di benzine ad investire nella produzione, cercando invece di massimizzare i profitti in questa fase nella quale le benzine hanno un ruolo di primaria importanza in Europa (e investendo, quindi, in altri comparti) 

Ora, le tre macro-cause sovra esposte sono strutturali e, nella loro natura, non transitorie. Le politiche che i governi stanno quindi varando, penso, a titolo di esempio, al bonus alla pompa attivato in Italia, che hanno invece carattere di transitorietà, pur presentando un costo del tutto irrisorio 

Si tratta quindi del classico problema di voler svuotare il mare con un secchiello: oltre che inutile, è dannoso, sia economicamente, che per il morale dei Cittadini, che vedono la sostanziale inutile di misure e proclami televisivi 

Non si vedono, altresì, all'orizzonte, interventi strutturati per aumentare la produzione di greggio, quindi, temo, occorrerà solo attendere che la domanda cali per avere un prezzo alla pompa se non in ribasso, almeno stabile 

Ma la domanda per l''energia in genere, e per il carburante in particolare, è molto poco elastico: 

  • l'autotrasporto deve continuare a muoversi, e questo aumenterà ulteriormente l'inflazione generale, dato il ruolo fondamentale che il trasporto su gomma ha nella catena logistica di tutti i prodotti di consumo;
  • chi lavora lontano da casa e non ha una rete di mezzi pubblici facilmente accessibile (ovvero la maggior parte degli Europei e degli Statunitensi) dovrà continuare, ogni giorno, a prendere l'auto e fare un pieno che ormai supera tranquillamente i 100 EUR / 100 USD;
  • il tentativo di ripristinare le catene logistiche mondiali rende, inevitabilmente, forte la richiesta di carburanti nautici ed aerei;
ne consegue che per vedere una stabilizzazione dei prezzi delle benzine, occorrerà attendere una stagnazione, se non una recessione; di convesso proprio l'aumento del costo dei carburanti sarà probabilmente un volano per la recessione stessa (mantenendo alti i prezzi, con il rischio, concreto, di una stagflazione) 

Perché, e quelli che tra Voi mi leggono ed hanno qualche anno in più se lo ricorderanno, e bene, la principale stagflazione (inflazione e stagnazione economica contemporaneamente presenti) si è avuta negli anni 70, in particolare nel biennio 74-74, a seguito della decisione dei paesi OPEC di frenare la produzione del greggio, come arma geopolitica da utilizzarsi nel contesto della guerra dello Yom Kippur

Ed anche allora, come oggi, una causa non transitoria si mostrò resistente a tutte le politiche a carattere transitorio che gli Stati Uniti e l'Europa provarono a mettere in piedi 

RingraziandoVi per il tempo che avete dedicato a leggerMi, 

Vi auguro una bellissima giornata, 

Ucria  






Commenti

  1. Sono io a ringraziarLa per il tempo che ha dedicato nel leggere le mie parole. Le auguro una bellissima giornata,

    Ucria

    RispondiElimina

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