La fine della narrativa verde di inizio secolo: come la Mittel-Europa ha ucciso la visione dei Friday for Future
La crisi energetica innestate dalla guerra si è andata a sommarsi ad un difficile processo di transizione, gestito con un approccio a marce forzate, con obiettivi ambiziosi (tra i quali la proibizione di vendere macchine a combustione dal 2035), che ha portato i produttori di energia non rinnovabile e di carburanti a ridurre in modo sostanziale gli investimenti, riducendo l'offerta sul mercato Europeo ed, in parte, Statunitense
Ulteriore elemento di difficoltà è dato dalla gestione delle catene logistiche, che non sono ancora riuscite a raggiungere un livello soddisfacente di ottimizzazione dopo la crisi innescata dal Covid, e che operano quindi in modo meno efficiente e con maggior consumo di carburante
Nel timore di vedere affondare la propria economia Germania, Olanda ed Austria, fortemente esposte alla Russia, che fornisce loro sia il gas che il carbone (che allo stato attuale è meno sotto gli occhi della pubblica opinione e più facile quindi da importare), hanno deciso di modificare, bruscamente, la loro visione del futuro: ritorno al carbone e bocciatura della proposta di fermo alla vendita di motori a combustione per il 2035
Un brusco cambio di direzione, che richiederà tempo alle aziende per adeguarsi e ai media per riformulare una nuova narrativa per il futuro
Questo cambio di visione avvantaggia, al momento, il blocco SinoRussoIraniano, che, non abbracciando il nuovo paradigma verde, ha fortemente investito nel controllo degli idrocarburi e del carbone, che potranno divenire strumento cruciale di scambio per le nuove vie della seta
L'amministrazione americana, invece, arranca: aumentare la produzione e la raffinazione di idrocarburi richiederebbe l'immissione di denaro da parte del governo e investimenti privati: entrambe le azioni sarebbero però in contro-tendenza rispetto alla lotto all'inflazione, priorità assoluta per gli USA al momento
Né giova agli USA l'avvicinamento del sud America al blocco SinoRusso, con uno spiccato schieramento del Venezuela e il Brasile che sta allacciando, in questi giorni del BRIC forum, possibili accordi di scambio preferenziale
È probabile che questo brusca inversione di rotta per l'Occidente segni la fine del ruolo di Fridays for Future nel definire l’idea di futuro occidentale e che venga considerata dagli storici come momento nel quale il primo grande pensiero ecologista del XXI ha visto la fine
Il silenzio del movimento ecologista è, infatti, molto rumoroso: non è chiaro se ciò sia dovuto ad una chiusura dei media (lo dubito) o alla difficoltà di esporre posizioni ambientaliste che offrirebbero il fianco ad una interpretazione delle stesse in chiave filo-russa
Spero che Greta aiuterà a convincere i giovani europei che abbiamo bisogno del nucleare. Cosa ne pensa del nucleare e a che punto è la tecnologia (e i tempi). Grazie, Massimiliano
RispondiEliminaBuongiorno Gentile Massimiliano,
RispondiEliminaL'esempio della Francia, che produce energia nucleare a costi più bassi di quanto facciano Italia e Germania con gli idrocarburi e senza produrre gas serra (o inquinanti cancerogeni, com avviene con il carbone) mostra la superiorità del nucleare rispetto a qualsiasi fonte non rinnovabile
La combinazione di rinnovabili e nucleari e, stante gli studi attuali, la miglior soluzione per arrestare la produzione di gas serra, ridurre l'inquinamento ed avere energia economica
Confidato di aver risposto al Suo quesito, resto a Sua disposizione e dei Gentili Lettori Tutti per ogni eventuale chiarimento o approfondimento,
Ucria