Starlink - Internet Dallo Spazio - Parte I

Ovvero: di come una società (di Elon Musk) abbia (si, lo ha già fatto) reso Internet accessibile dai ogni punto della Terra (e di come abbia fatto a farlo)



Il logo dell'azienda 

Starlink è una rete di satelliti. 

Non è la prima rete di satelliti che viene mandata in orbita nello spazio; forse avrete sentito parlare di GPS (global positioning system) o del Glonass (GLObal NAvigation Satellite System)m, i due sistemi di geolocalizzazione (quelli che permettono di sapere dove siete al navigatore per le auto). Nota a latere: i sistemi sono due perché nascono come applicazioni militari, rispettivamente appartenenti agli Stati Uniti e alla Russia 

Starlink non offre un servizio di geolocalizzazione. Starlink offre un servizio di accesso ad internet. 

Per l'esattezza un servizio di accesso ad internet veloce in qualsiasi località della Terra. Ovunque.

Ovunque vi troviate potete connettervi ad Internet, in modo veloce (Allo stato attuale si hanno 50 Mbps in download e 13 Mbps in upload con una latenza media di 57 ms, ma il progetto, come vedremo presto è in fase iniziale e la velocità migliorerà notevolmente). 

Ora delineiamo come Starlink abbia reso possibile ciò. 

Beh, semplicemente riempiendo lo spazio con circa 1800 satelliti. Satelliti per telecomunicazioni in grado di scambiarsi dati. 

Avete letto bene. 1800

E questa è la fase iniziale del progetto. 

Il numero finale è ignoto, in quanto l'azienda continua a vincere commesse, delle quali dopo parleremo, ma, attualmente, si attesta nell'intorno di 12000 satelliti. 

Ciò vuol dire che Starlink, da sola, possiederà 4 volte l'intera flotta di dispositivi presenti nello spazio.

Questo enorme numero di satelliti consente di fare qualcosa che in precedenza non era possibile: farli orbitare ad una quota molto bassa, circa 550 km di altezza: sono consapevole che possano sembrare molti, ma in termini spaziali è un'altitudine bassa; si parla infatti di LOE, low Earth orbit (bassa orbita terrestre). 

Più bassa è l'altezza di un satellite, maggiore è il suo attrito (che, seppur minimo, nello spazio è presente); ma i satelliti di Starlink sono molto piccoli (le dimensioni variano, in quanto Starlink sta rilasciando satelliti sempre più performanti, i primi esemplari misuravano 1,1 × 0,7 × 0,7) e questo permette loro di orbitare ad un'altezza più bassa.

Ciò comporta due cose:

1. Con un numero adeguato di satelliti è possibile coprire l'intera superficie terrestre 

2. Che il dispositivo con il quale è possibile comunicare con essi sia piccolo 

Allo stato attuale l'antenna per connettersi a Starlink è un disco, piatto, di 59 cm di diametro. Ma ne è già stata presentata una versione, sperimentale, nell'intorno dei 30 cm. Ed è probabile che con il tempo tali dimensioni continuino a diminuire. 

Prima di Starlink l'unico modo di avere una connessione ad internet che funzionasse (quasi) ovunque era utilizzare un telefono satellitare, con prestazioni però estremamente inferiori e, nei fatti, utile per scopi di ricerca e soccorso, ma non di intrattenimento o produzione di contenuti. 


Un confronto tra gli operatori tradizione di telefonia satellitare e Starlink 


La differenza così marcata di performance è dovuta al fatto che, tradizionalmente, si utilizzavano satelliti geostazionari. Un satellite geostazionari orbita in modo fisso sovra uno specifico punto della Terra: questo ne rende molto più semplice trovarne la posizione. Ma un satellite geostazionario orbita a 35.000 km di altezza, contro i 500 km di Starlink, una distanza 7 volte più grande. Inoltre, è ovviamente immensa la differenza nel numero di satelliti rilasciati, un numero mai neppure sfiorato nella storia delle telecomunicazioni.



Quelli che vedete sono satelliti della Flotta di Starlink.
Se vi sembrano tanti, pensate che sono solo un decimo di quelli previsti a fine del progetto

Ultimo punto per oggi: come è riuscita Starlink a mandare in orbita così tanti satelliti in cosi poco tempo: le operazioni di lancio sono iniziate solo nel 2019.

Beh, perché i satelliti di Starlink sono lanciati nello spazio dai vettori (missili) di Space X. Ed entrambe le società appartengono ad Elon Musk. 

La cosa interessante è che ogni costo per Starlink è un ricavo per Space X. Non solo, Starlink può lanciare i suoi satelliti in orbita ad una frazione del prezzo di mercato, in quanto Space X offre alla compagnia "sorella" un prezzo di valore. 

Questo approccio permette ad entrambe le società di aumentare mutualisticamente il loro valore: più satelliti vengono inviati in orbita e più SIA Starlink CHE Space X aumentano il loro valore. 

E questo lascia presagire alcune delle considerazioni che seguiranno nella seconda parte dell'articolo: non è per niente semplice (ed economico) creare un rivale di Starlink, in quanto i costi di messa in orbita dei satelliti sarebbero così elevati da rendere non conveniente nessun piano di business; sarebbe semplicemente non sostenibile senza ingenti finanziamenti pubblici. 

Potete allora facilmente immaginare chi è che sta pensando di creare una rete Internet spaziale rivale di Starlink: chi possiede una società di vettori (missili) spaziali o chi non ha problemi di finanziamenti statali; abbiamo quindi:

  • Jeff Bezos, il fondatore di Amazon. Che possiede anche Blue Origin, una società di vettori (missili) spaziali. E che quindi potrebbe utilizzare lo stesso approccio di Elon Musk. Il progetto, per il momento in fase di progettazione. Nessun satellite è stato ancora lanciato
  • La Cina, che, come è noto, non ha problemi a finanziare (e possedere) società, sopratutto se di interesse strategico. Il gigante sembra però essere piuttosto indietro nella corsa, con tre progetti Hongyun, Hongyan e Galaxy Space in corsa, ma ancora in fase di progettazione. 

E l'Europa. L'europa sta pensando che forse sarebbe il caso di farsi una propria costellazione Internet spaziale, ma che quasi quasi sarà più comodo utilizzare quella degli Americani o dei Cinesi. 

Ovviamente non esiste niente come un pasto gratis e nella prossima parte dell'articolo vedremo i rischi e le opportunità perse per l'Europa di non avere una propria costellazione. 

E, lascio qui un'ultima considerazione. Il costo per creare una costellazione a livello europeo, utilizzando i missili francesi Arianne, sarebbe, probabilmente, nell'Intorno dei 10 mld di Euro. 

Solo in Italia si prevede di spendere più di 2 mld di euro per portare la connessione internet in (alcune) parti del paese che attualmente non sono coperte da tecnologie ad alta velocità. Ovviamente questa spesa non coprirà tutta l'Italia. E non avrà rilevanza dal punto di vista militare. E sopratutto non renderà il mare connesso ad Internet veloce; e l'Italia è una delle nazioni con il maggior rapporto costa/superficie. 

Quindi non sarebbe più opportuno che tutti i paesi europei mettessero a fattor comune i loro programmi per l'internet veloce e costruissero una loro costellazione Internet spaziale? 

Non significherebbe questo enormi ritorni in termini di tecnologia, posti di lavoro, competenze, entusiasmo nei giovani, attrazione verso lo studio delle materie scientifiche? 

Di libertà dei contenuti che possono o non possono essere trasmessi. 

E non è un rischio, oltre che militare, anche economico, non avere una propria costellazione? non rischiano le società telefoniche di vedere i loro profitti ridotti, di dover abbassare i margini, o di essere rese del tutto obsolete?

Io penso di sì. E penso che sia una grande occasione sprecata. Ed un ennesima rinuncia alla Libertà. 

E Voi, Gentili Lettori, cosa ne pensate?

Grazie per avermi dedicato il vostro tempo; a breve verrà pubblicata la seconda parte, dove analizzeremo le conseguenze di Starlink, dalle più ovvio, alle meno. 

A presto, 

Ucria 





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