Ipocrisie Olimpiche
Di come lavarsi la coscienza con poco sforzo ovvero dell'ipocrisia occidentale insita nelle relazioni con la Cina
E' notizia di questi giorni il boicottaggio degli Stati Uniti d'America e del Canada delle Olimpiadi invernali di Pechino. Il boicottaggio vede la sua origine nella mancata adesione della Cina alle più basilari regole di democrazia, in particolare per quanto concerne il modo disumano con il quale viene trattata, deportata, incarcerata, indottrinata e costretta ai lavori forzati l'etnia uigura.
Quando ho letto questa notizia, sono rimasto incredulo.
Stupefatto.
La mia mente ha subito pensato: l'Occidente, nel suo massimo rappresentante, ha deciso di dare una dura lezione alla Cina. Il boicottaggio delle Olimpiadi mi riportava alla memoria Mosca 1980, nel pieno della guerra fredda, con gli atleti statunitensi che non parteciparono; Brezneviane contro Carter; nello sfondo, l'invasione dell'Afghanistan da parte dell'URSS, con tutto ciò che ne scaturì.
Il boicottaggio dei giochi di Pechino mi sembrava un gesto grande, un gesto che apparteneva ad altri tempi, un gesto di riscatto dell'Occidente
Ma poi. Ma poi ho letto meglio.
Gli atleti statunitensi parteciperanno alle Olimpiadi Invernali di Pechino
e non solo loro, anche gli atleti canadesi. E tutti gli atleti delle nazioni che, eventualmente, si uniranno alla protesta.
Il boicotaggio sarà esclusivamente relativo al personale diplomatico.
Ho letto che si tratta di una forta di boicottaggio soft, un boicotaggio leggero. Un boicotaggio così leggero da darmi l'aria di essere inesistente.
Un boicotaggio così leggero che mi ricorda la sublime stoffa, che un tempo, ci narrano le favole, un re, utrilizzo per confezionare il suo vestito più pregiato, da usare in una solenne parata in mezzo al popolo.
E come quel re fu nudo, così rimane nuda, esposta a tutti, l'ipocrisia occidentale, che è disposta a criticare la Cina, ma solo velatamente, così velatamente da non creare problemi a Xi, al Partito Comunista, agli accordi commerciali ed economici.
Questo boicotaggio è una di quelle operazioni che possono essere definite moral-washing, lavaggio delle coscienze, un gesto insignificante per continuare a potersi guardare la mattina allo specchio.
Un vero boicotaggio delle Olimpiadi sarebbe stato un gesto forte, un gesto che avrebbe sicuramente creato del dissenso all'interno della Cina, che avrebbe minato, almeno in parte, l'autorità ed il potere egemone di Xi.
Sarebbe stato un gesto di speranza per gli abitanti di Hong Kong, per il Nepal, per gli Uighur e tutte le etnia non-Han che popolano la Cina.
Sarebbe stato un messaggio forte che l'Occidente poneva i suoi valori sopra gli interessi economici.
E magari, in Cina, qualcuno si sarebbe domandato quale sarebbero state le prossime mosse, magari qualcuno avrebbe iniziato non dico a temere, ma a valutare più seriamente l'Occidente.
Magari avrebbero visto la conquista di Taiwan un'operazione più difficile
Magari
Ma l'Occidente sta lì, alla finestra, a guardare i suoi valori appassire, giorno dopo giorno
Vi ringrazio per il tempo che avete dedicato a leggere le mie parole,
A presto,
Ucria
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