Estinzione V - Contrazione del dominio della scelta

Di come la crisi demografica potrà comportare una revisione del concetto di libertà per gli italiani ovvero di come la demografia operi in modo profondo, ma non immediatamente evidente, sulle nostra possibilità di scelta

Il concetto di libertà, della ricerca della libertà, della estensione della sua stessa definizione; la ricerca di nuove possibilità, la lotta per accrescere i diritti, che sono spesso diritti di poter fare, di poter essere, di potersi esprimere, sono uno, se non l'elemento, caratterizzante il pensiero Occidentale 

Nella scelta, ancora prima della capacità, dei Greci di non piegarsi all'impero Persiano si trovano i semi del pensiero Occidentale, della volontà di potersi esprimere tramite la propria lingua, la propria cultura, il proprio pensiero. 

Questa ricerca ha attraversato tutta la storia dell'Occidente: non si è trattato di un percorso rettilineo, né di una evoluzione sistematica. Durante la Storia si sono succedute crisi, scelte, molte persone sono morte, molte persone si sono piegate. Ma l'anelito, il desiderio, il bruciante desiderio di libertà non ha mai abbandonato l'Occidente ed anzi si è espanso, creando una definizione di Occidente che abbraccia non solo l'Europa, ma l'intero mondo.

A breve, la nostra concezione di libertà, il nostro desiderio di libertà, dovrà confrontarsi con due grandi crisi; due crisi nuove, mai affrontate precedentemente dall'umanità: la crisi demografica e la crisi climatica. 

Crisi nuove, che nella loro magnitudine e novità saranno complesse da affrontare; mali diversi che però si intrecciano, rendendosi più forti e vicendevolmente più temibili

Oggi ci concentriamo sul tema della crisi demografica

La domanda è: l'imminente crollo demografico che sta per colpire l'Italia influirà sulle scelte che come popolo e come cittadini potremo fare? in altre parole, contrarrà il nostro dominio di scelta? la nostra libertà? 

La risposta temo che sia sì (e spero di sbagliarmi) 

Ma un paese che perde cittadini, meno 400 mila solo lo scorso hanno, e che invecchia, invertendo la piramide demografica, vede la sua libertà ridotta; vediamo, senza pretesa di esaustività:

  • Minore libertà di scelta per i giovani: i pochi giovani che ci saranno dovranno prendersi cura di un numero di anziani pro capite molto elevato. Il rapporto tra persone produttive e non produttive potrebbe avvicinarsi ad 1:3 e ad 1:4. Ciò significa un maggior tempo passato ad accudire i propri cari anziani, una quota maggiore del reddito prodotto spesa per la cura delle persone non produttive, con un maggior numero di non autosufficienti. Questo comporterà meno disponibilità economica, per i giovani, e con essa, meno scelta. Sarà anche più difficile emigrare; eccetto per quella minoranza che potrà avere un reddito così elevato da far provvedere ai propri cari da strutture o persone dedicate, per gli altri espatriare significherà lasciare la propria famiglia anziana a sola, in possibili condizioni di indigenza. La sistematica difficoltà dei governi ad incrementare il tasso di natalità potrebbe portare a specifiche forme di disincentivazione, primieramente ma non solamente fiscali, al non-avere figli, con conseguenze anche sul processo di equiparazione dei diritti degli omosessuali o di coloro che non sono fertili. 
  • Minore libertà di scelta in termini di cure mediche, alimentazione, stile di vita: una popolazione anziane è più soggetta a malattie croniche che rendono gli individui incapaci di provvedere a loro stessi, ma che possono non alterare in modo significativo la durata della vita. Se non verrà trovare una cura a malattie come Alzheimer, Parkinson, forme varie di demenza, artriti; la società si troverà a dover curare un numero elevato di persone con costi enormi per il ricovero in ospedale o strutture dedicate. Ciò, alla lunga, potrebbe essere insostenibile e costringere lo Stato ad utilizzare tutti i mezzi per evitare che i Cittadini si ammalino. Potrebbero quindi essere rese obbligatorie cure mediche preventive, restrizioni all'alimentazione (con la proibizione o con il dissuadere, ad esempio, il consumo di alcool, carni rossi) e allo stile di vita (con la proibizione del fumo, o agganciando il pagamento di tasse o di assicurazioni ad uno stile di vita sano).
  • Minore libertà di scelta per gli anziani: la sostanziale insostenibilità del sistema pensionistico unito alla probabile perdita di valore del mercato immobiliare (bene rifugio per eccellenza degli italiani) renderanno la maggior parte degli anziani più poveri, almeno in termini relativi, di quanto lo sono oggi. Le restrizioni alla libertà di scelta delineata al punto sovra saranno tanto più forti quanto maggiore sarà l'età di una persona. L'aumento dei costi energetici (ne parleremo prossimamente) potrà rendere sempre più difficile il vivere nella casa storica di proprietà, costringendo gli anziani a spostarsi in strutture comunitarie dedicate, dove sarà più facile controllare il loro stile di vita. 

Quanto delineato sopra vi sembra una distopia? Lo è 

Spero che accada? ovviamente no. Accadrà? non posso saperlo, ma ritengo di fondamentale importanza che si inizi a concepire che le scelte che facciamo oggi, soprattutto in termini di natalità, gestione della transizione verde e indipendenza produttiva dell'Europa, condizioneranno quello che sinora ci ha resi Occidentali: la nostra ricerca di libertà. 

Perché scelte sbagliate oggi potrebbero portare, domani, ad un insostenibile, orribile, ferale contrazione del dominio della nostra libertà di scelta 

Grazie per il tempo che avete dedicato nel leggermi, 

Ucria

"Or ti piaccia gradir la sua venuta:
libertà va cercando, ch'è sì cara, 
come sa chi per lei vita rifiuta"

La seria sulla denatalità e le sue conseguenze continua qui













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